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LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Nel 2022 il tasso di disoccupazione nell'Unione europea era del 6%, mentre in Italia era del 7,9%. Gli effetti della crisi pandemica sono stati gravi e perdurano, specie tra i giovani, le donne e al Sud. L'Italia continua a detenere il primato negativo di giovani disoccupati che non studiano né si formano (Neet).

Notizie

Riforme e investimenti per l’inclusione sociale garanzia di stabilità e crescita

Settimana dal 18 al 24 marzo. Proposte del Cese per garantire una crescita inclusiva. Piano d’azione dell’Ue per affrontare le carenze di manodopera. Tirocini di qualità. Allargamento dell’Unione. Conclusioni del Consiglio.

Consulta la rassegna dal 18 al 24 marzo

Le proposte del Cese: finanziare le infrastrutture sociali come beni pubblici europei

Il 21 marzo, durante l’ultima sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (Cese), è stato adottato un parere esplorativo su richiesta della presidenza belga al Consiglio dell’Unione intitolato “Promuovere una crescita inclusiva a lungo termine attraverso riforme e investimenti”. Questo parere è di particolare rilevanza nell’affrontare la questione irrisolta su come finanziare lo stato sociale per garantire la stabilizzazione macroeconomica e la protezione dalle implicazioni finanziarie dei rischi sociali, a fronte di regole di bilancio stringenti a cui gli Stati membri devono rispondere nel breve termine al fine di mantenere la stabilità delle finanze pubbliche.

Il Cese mette in evidenza come la protezione dalle implicazioni finanziarie dei rischi sociali (quali malattie e disabilità, povertà, infortuni sul lavoro e perdita del lavoro) e l’accrescimento e il mantenimento della qualità del capitale umano e delle competenze che agevolano la fluidità delle transizioni sul mercato del lavoro e nel corso della vita, siano condizioni necessarie per la stabilizzazione macroeconomica. Gli investimenti in infrastrutture sociali di elevata qualità hanno un forte potenziale di crescita, apportando benefici ai singoli cittadini e alle comunità, migliorando la coesione sociale, e si traducono in un maggior numero di persone che lavorano, hanno un alloggio, sono in salute e sono felici, con ricadute positive sulla società nel suo insieme e sulle attività economiche. Tra questi sono inclusi gli investimenti nelle politiche incentrate sull'infanzia che assicurano notevoli benefici economici e sociali, creando le condizioni per un migliore tasso di successo scolastico, l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro e alla riduzione delle disuguaglianze, in particolare per i bambini provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati; al tempo stesso favoriscono l'occupazione femminile che, nei fatti, risulta più elevata nei Paesi in cui il numero di bambini che frequentano servizi formali di assistenza all'infanzia e prescolari è più elevato. Il Cese evidenzia come, a livello macroeconomico, una forza lavoro ben istruita è un fattore fondamentale per conseguire una maggiore produttività aggregata, l'innovazione e la crescita economica a lungo termine. Allo stesso tempo lo Stato dovrebbe garantire un accesso universale e paritario a prestazioni sociali di alta qualità per tutti i cittadini, in particolare attraverso i sistemi pensionistici e sanitari pubblici.

A fronte di queste evidenze, il Cese sottolinea poiché i ritorni di tali investimenti sono spesso visibili a lungo termine, tali sforzi non sono considerati prioritari quando vi è l'urgente necessità di raggiungere traguardi di aggiustamento di bilancio. Mette inoltre in luce come le esperienze del passato rivelano che l'austerità imposta dalla Commissione, dalla Bce e dall'Fmi e la crisi del debito sovrano hanno aggravato la recessione nei Paesi della zona euro più esposti agli squilibri delle finanze pubbliche.

Nonostante l’esperienza maturata con le passate crisi, il Cese valuta che gli attuali strumenti europei non sono sufficientemente orientati al raggiungimento di risultati sociali positivi, che le stesse norme del patto di stabilità e crescita devono essere meglio sviluppate in direzione degli investimenti a lungo termine, e che gli strumenti finanziari devono essere meno frammentati privilegiando soluzioni combinate e aggregate, aumentandone così i tassi di assorbimento.

Tra le misure da adottare per assicurare a livello nazionale maggiori risorse da investire per le infrastrutture sociali, il Cese indica necessario che l’Ue e gli Stati membri contrastino la pianificazione fiscale aggressiva e sleale promuovendo condizioni di parità tra gli Stati membri, seguendo le proposte dell'Ocse volte a garantire la coerenza delle norme fiscali internazionali. Inoltre, lo sviluppo di prodotti finanziari (ad esempio obbligazioni) socialmente responsabili e il sostegno statale agli investimenti privati in progetti sociali possono accrescere notevolmente l'effetto leva di queste politiche.

Il Cese considera le infrastrutture sociali beni pubblici europei, poiché fondamentali ed essenziali per il successo delle transizioni.

La soluzione innovativa che viene promossa dal Cese è la creazione di una capacità finanziaria propria dell'Ue attraverso l'aumento delle risorse di bilancio oltre l'attuale 1,1 % del Pil, istituendo entro il 2026 un fondo per soddisfare almeno in parte il fabbisogno di investimento nei beni pubblici europei e per le priorità comuni, dunque nelle infrastrutture sociali per una crescita economica inclusiva, rafforzando gli obiettivi della duplice transizione verde e digitale. Questa capacità finanziaria dovrà essere permanente a livello di Ue e assolvere a tre funzioni congiunte: stabilizzazione ciclica, sostegno all'attuazione dei piani strutturali e di bilancio e offerta di beni pubblici europei.

Il funzionamento di questo fondo dovrà integrarsi nel ciclo del semestre europeo contribuendo a sostenere il finanziamento delle raccomandazioni specifiche per Paese, sulla falsariga dell’esperienza maturata del dispositivo per la ripresa e la resilienza che finanzia i Pnrr.

Il Cese invita a considerare le cinque seguenti priorità: a) invecchiamento della società e tendenze demografiche; b) efficienza energetica; c) adattare le infrastrutture sanitarie in tutta Europa; d) istruzione, formazione e apprendimento a tutti i livelli; e) valutare la possibilità di rendere permanente lo strumento finanziario per mitigare i rischi di disoccupazione (Sure) introdotto con il Covid-19, per proteggere i lavoratori di tutti i settori economici esposti ai rischi associati alle transizioni verde e digitale, valutando se creare uno strumento analogo, al fine di accrescere sostanzialmente la sicurezza sociale e la fiducia in queste enormi trasformazioni dell'economia dell'Ue e di garantire il sostegno sociale a tale riguardo.

Il Cese ribadisce infine le sue raccomandazioni già più volte espresse, ovvero la necessità che nella pianificazione delle riforme e degli investimenti le parti sociali e le organizzazioni della società civile siano coinvolte attraverso una procedura di consultazione formale strutturata, in tutte le fasi di elaborazione, decisione, attuazione, monitoraggio e valutazione. Sottolinea l'importanza di coinvolgere le istituzioni democratiche dei livelli di governo locale nell'elaborazione dei futuri piani nazionali strutturali e di bilancio e nei principali processi del semestre europeo, dato che una parte significativa degli investimenti e della gestione dei sistemi di protezione sociale ha luogo a livello locale e regionale.

Piano d’azione dell’Ue per affrontare le carenze di manodopera. Tirocini di qualità

Nel quadro del programma per l’anno europeo delle competenze, la Commissione europea ha presentato il 20 marzo un piano d'azione per affrontare le carenze di manodopera e di competenze. Il piano si basa sulle diverse misure politiche e di finanziamento già adottate a livello dell'Ue, quali il patto per le competenze, che dai dati comprovati dalla Commissione finora ha fornito formazioni a 3,5 milioni di lavoratori, gli obiettivi in materia di occupazione e competenze per il 2030 approvati nel vertice sociale di Porto, la direttiva sui salari minimi adeguati, la direttiva relativa al lavoro mediante piattaforme digitali e i 65 miliardi di euro di fondi dell'Ue a disposizione da investire nelle competenze.

Questo piano fa seguito al vertice delle parti sociali di Val Duchesse del gennaio 2024 e si articola in cinque punti essenziali:

  • sostenere l'attivazione delle persone sottorappresentate nel mercato del lavoro;
  • fornire sostegno allo sviluppo delle competenze, alla formazione e all’istruzione;
  • migliorare le condizioni di lavoro in alcuni settori;
  • migliorare la mobilità equa all'interno dell'Ue per i lavoratori e i discenti;
  • attrarre talenti da Paesi terzi.

La Commissione con questo piano intende concentrare maggiori sforzi finanziando misure per l’eliminazione della disoccupazione di lunga durata, affrontare il fenomeno dei Neet, cofinanziare un maggior numero di centri di eccellenza professionale, migliorare l'analisi del fabbisogno e le capacità previsionali di competenze per il futuro, valutare l'impatto delle riforme pensionistiche e gli approcci nazionali per affrontare i rischi psicosociali sul lavoro.

Con questo piano, gli Stati membri sono invitati a rivedere i programmi di istruzione e formazione per rispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro, portare avanti riforme previdenziali per affrontare le sacche di inattività e fornire un sostegno sufficiente a chi può lavorare per un ritorno graduale nel mercato del lavoro, portare avanti riforme fiscali per ridurre le tasse sul lavoro, adottare e attuare rapidamente la raccomandazione del Consiglio "L'Europa in movimento - Opportunità di mobilità ai fini dell'apprendimento per tutti", impegnarsi ulteriormente in partenariati per i talenti per migliorare i percorsi di migrazione legale.

Il piano d’azione promuove il dialogo sociale coinvolgendo le parti sociali, in particolare per affrontare il lavoro precario, attivare i gruppi sottorappresentati, sostenere gli apprendistati e i partenariati tra gli erogatori di istruzione e formazione professionale e i datori di lavoro.

La Commissione ricorda la recente indagine Eurobarometro, che indica che quasi due terzi delle Pmi non trovano sul mercato i lavoratori con le competenze di cui hanno bisogno e individua specificamente 42 professioni caratterizzate da "carenza", con alcune differenze tra gli Stati membri.

In pari data sono state presentate anche: una proposta di direttiva relativa al miglioramento e all'applicazione delle condizioni di lavoro dei tirocinanti e alla lotta ai rapporti di lavoro stabili spacciati per tirocini; una proposta di raccomandazione del Consiglio sui tirocini per affrontare questioni legate alla qualità e all'inclusività, quali una retribuzione equa, tutele sul lavoro e accesso alla protezione sociale.

Altre novità dalla Commissione europea

Il 20 marzo, la Commissione ha proposto una serie di azioni mirate per promuovere la biotecnologia e la biofabbricazione, promuovendo con la Comunicazione “Costruire il futuro con la natura”, innovazione e ricerca, stimolo della domanda di mercato dimostrando il minore impatto ambientale dei materiali di origine biologica rispetto ai prodotti petrolchimici, ottimizzazione dei percorsi normativi-autorizzativi.

La Commissione ha adottato in pari data anche una Comunicazione sulle riforme e sulle revisioni strategiche pre-allargamento  (vedi anche nostra rubrica del 14.11.2023). Nel documento, che contribuisce al processo di discussione in corso sulle riforme interne che l'Ue dovrà realizzare per prepararsi a un'Unione allargata, la Commissione, pur avendo espresso sostegno per la modifica dei trattati "se e laddove necessario", ritiene che la governance dell'Ue possa essere migliorata rapidamente sfruttando appieno il potenziale dei trattati attuali, attraverso anche le cosiddette "clausole passerella" che consentono il passaggio dal voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in settori chiave.

Il 21 marzo, a 23 città è stato assegnato il marchio di missione dell'Ue per i loro sforzi verso la neutralità climatica nell’ambito della missione dell'Ue per le città intelligenti e a impatto climatico zero. Tra queste le città italiane di Firenze e Parma.

Conclusioni del Consiglio europeo del 21-22 marzo

Il Consiglio europeo si è riunito il 21 e 22 marzo. Nelle conclusioni adottate, in merito all’invasione russa in Ucraina, il Consiglio ha ribadito la necessità di rispettare l'impegno comune di aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa e investire insieme in modo migliore e più rapido, aumentare la resilienza dell'industria europea della difesa, la sua flessibilità e la sua capacità di sviluppare e produrre prodotti per la difesa innovativi.

Sul conflitto in medio-oriente, chiede una pausa umanitaria immediata, la liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi e la fornitura di assistenza umanitaria ribandendo il suo fermo impegno a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati.

Facendo il punto sui preparativi per l'allargamento e le riforme interne, il Consiglio ricorda che i lavori su entrambi i fronti devono avanzare in parallelo per garantire che sia i futuri Stati membri che l'Ue siano pronti al momento dell'adesione. Il Consiglio europeo annuncia che si occuperà delle riforme interne in una prossima riunione con l'obiettivo di adottare, entro l'estate del 2024, conclusioni su una tabella di marcia per i lavori futuri. Sul tema dei migranti, rilevando che oltre il 90 % dei migranti irregolari entra nell'Ue con l'aiuto di trafficanti, il Consiglio europeo appoggia la determinazione della Commissione europea a rafforzare tutti gli strumenti a disposizione dell'Ue per contrastare efficacemente il traffico e la tratta di esseri umani, lanciando in parallelo un'alleanza mondiale per rispondere a questa sfida globale. Entrando nel merito delle manifestazioni di dissenso sulle politiche agricole, il Consiglio indica necessario il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, in particolare al fine di garantire un reddito equo, anche attraverso la garanzia di una concorrenza leale e basata su regole a livello mondiale e nel mercato interno.

di Luigi Di Marco

 

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martedì 26 marzo 2024

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