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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

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Esg culture Lab: il 59% delle persone ha sentito parlare dell’Agenda 2030

Conoscenza più diffusa nella fascia tra i 18 e i 29 anni. Il coinvolgimento personale, delle istituzioni e delle aziende è valutato positivamente. I risultati dell’indagine annuale “La cultura della sostenibilità in Italia”. 1/12/23

venerdì 1 dicembre 2023
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Il 97% degli italiani ha sentito parlare di sostenibilità, anche se l’associa prevalentemente alla dimensione ambientale, ma solo il 59% conosce l’Agenda 2030. Uno su quattro è informato sui criteri Esg (environment, society and governance). È il quadro che emerge dal rapporto annuale “La cultura della sostenibilità in Italia” di Esg culture lab, l’osservatorio sul capitale umano lanciato da Eikon strategic consultating Italia in collaborazione con il gruppo Adnkronos. I risultati dell’indagine, che ha coinvolto un gruppo rappresentativo di 1600 persone tra i 15 e i 64 anni, sono stati presentati mercoledì 29 novembre durante l’evento “Le nuove sfide della sostenibilità”.

La conoscenza dell’Agenda 2030 è più diffusa tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni: il 69%, rispetto a una media del 59%, ne ha sentito parlare. Tra tutte le persone intervistate, quasi il 60% conosce l’Agenda grazie alla televisione o alla radio. Altre fonti di informazione sui temi della sostenibilità sono i social media e i giornali.

Per quanto riguarda la percezione del futuro, il 36% delle persone ha un atteggiamento proattivo e ritiene che il “futuro non si prevede, ma si costruisce”, il 15% lo ritiene un progetto collettivo, e il 14% ha una visione pessimista e fatalista. All’impegno per costruire un futuro sostenibile, si affianca la consapevolezza della situazione difficile e incerta che il mondo sta affrontando.

Le difficoltà per realizzare l’Agenda 2030 e il bisogno di intensificare gli sforzi sono state sottolineate da Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, intervenuto in apertura della presentazione dell’indagine rispondendo alle domande del direttore dell’Adnkronos Fabio Insenga: "L'ultimo Rapporto ASviS pubblicato a metà ottobre lo mostra chiaramente: prima la pandemia, poi la guerra, l'inflazione e l'aumento dei prezzi hanno spinto indietro il mondo rispetto agli avanzamenti che pure c'erano stati tra il 2015 e il 2018; l'Europa è il luogo più sostenibile al mondo, ciononostante neanche l'Europa è su un sentiero di sostenibilità ambientale, economica, sociale, istituzionale e l'Italia è particolarmente indietro".

Secondo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, “È necessario che l’Europa si muova affinché ci sia la possibilità di far crescere una filiera della tecnologia green a cominciare dai pannelli fotovoltaici in Europa, per evitare di installare anche in Italia nei prossimi anni esclusivamente pannelli cinesi”.

 

Il coinvolgimento personale, istituzionale e aziendale

La ricerca di Esg culture lab ha anche indagato l’impegno individuale e istituzionale nella realizzazione di sette Obiettivi dell’Agenda 2030. Tre quarti delle persone intervistate dichiara di essere molto coinvolto nella propria vita quotidiana, adottando alcune abitudini sostenibili, come la riduzione degli sprechi e dei rifiuti o la scelta di utilizzare i mezzi pubblici e la biciletta.

Metà delle persone ritiene positive le misure adottate dalle istituzioni per aumentare l’efficientamento energetico e per rendere più accessibili le fonti di energia rinnovabile. Viene valutato negativamente l’impegno per l’occupazione giovanile: sei persone su dieci criticano le istituzioni perché si mostrano indifferenti o delegano la soluzione del problema ai singoli individui.  Per il 64% delle persone la presenza di una leader donna è un “segno evidente di cambiamento e un passo importante per la parità di genere”.


La metà delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti valuta positivamente l’impegno delle proprie organizzazioni. Dalla ricerca emergono tuttavia due tendenze opposte: il 30% ritiene che l’azienda stia ottenendo già dei risultati, mentre il 24% le ritiene indifferenti agli obiettivi di sostenibilità. Un elemento di criticità riguarda l’equilibrio tra vita privata e lavoro: per il 36% delle persone la propria organizzazione non mostra nessun interesse per questo tema.

Scarica il Rapporto

 

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