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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

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Laureati insoddisfatti dell’offerta formativa sulla sostenibilità ambientale

A studiarla di più sono gli uomini, mentre le donne privilegiano gli aspetti sociali, ma accomuna tutti la richiesta di una maggiore e migliore formazione universitaria sul tema: questi i risultati dell’indagine di Almalaurea. [VIDEO] 26/10/23

giovedì 26 ottobre 2023
Tempo di lettura: min

Su una scala da 1 a 10, i laureati mediamente valutano con 5 (ovvero insufficiente) il livello di approfondimento delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale durante il loro percorso di studi. La conseguente richiesta di maggiore approfondimento è pari in media a 6,5.  È quanto emerge dal Rapporto AlmaLaurea 2023 “I laureati e la sostenibilità ambientale”, presentato il 19 ottobre dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, insieme al Ministero dell'Università e della Ricerca e all'Università di Camerino con l’obiettivo di approfondire la presenza nei corsi di laurea di queste tematiche e di sondarne l'interesse da parte di laureate e laureati.

Su un campione di quasi 222mila laureati che hanno partecipato all’indagine e che rappresentano quasi l’80% di tutti quelli usciti dalle università nel 2022, sono poco più del 60% i laureati che dichiarano di aver affrontato durante il corso di laurea almeno una tematica legata alla sostenibilità ambientale, mentre a livello di area disciplinare sono i laureati nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e quelli dell’area economica, giuridica e sociale a detenere il primato rispettivamente con il 67,4% e il 67%; più distanti i laureati dell’area artistica, letteraria ed educazione (56,8%) e quelli dell’area sanitaria e agro-veterinaria (48,9%, Figura 1).

Il Rapporto indaga il profilo dei laureati che hanno affrontato specificatamente undici tematiche legate all’ambito della sostenibilità: mobilità e trasporti sostenibili; gestione delle risorse, rifiuti e consumi; sostenibilità energetica; cambiamenti climatici e cura degli ecosistemi; edilizia, infrastrutture e industrie sostenibili; urbanistica e paesaggistica per la sostenibilità ambientale; politiche, amministrazione, istituzioni per la sostenibilità ambientale; impatto della sostenibilità ambientale sugli aspetti socio-economici della società; imprenditorialità sostenibile; agricoltura e alimentazione sostenibile; educazione alla sostenibilità ambientale.

Ma qual è la motivazione più importante che spinge i laureati a interessarsi ai temi della sostenibilità ambientale?  Al primo posto troviamo il desiderio di migliorare il benessere della società e delle future generazioni (64,7%) e questo è vero maggiormente per le donne; seguono, a distanza, l’interesse per le materie di studio (24,6%) e le possibilità lavorative offerte (17,7%), in particolare con riferimento alla possibilità di svolgere lavori green, impieghi meglio retribuiti e più soddisfacenti, tutte motivazioni più rilevanti per gli uomini. Dallo studio emerge inoltre che le donne più degli uomini sono interessate ai risvolti sociali dell’approfondimento di tali tematiche.

In Italia minori investimenti nell’educazione rispetto ai Paesi Ocse

Un quinto dei giovani italiani non possiede un diploma. Rimane alto il numero di chi non studia e non lavora. Il Rapporto Ocse “Education at a glance 2023” si concentra sugli studi tecnico-professionali con confronti negativi per il Paese.  18/10/23

Infine, è rilevante osservare che, tra i laureati, più della metà ritiene che la conoscenza delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale avrà un impatto positivo sul futuro percorso lavorativo e sulla soddisfazione per l’attività svolta.

Scarica il Rapporto

 

di Elita Viola

 

Fonte copertina: dolgachov, da 123rf.com

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