per dare un futuro alla vita   
e valore al futuro

SCONFIGGERE LA FAME

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Dal 2014 è tornato a crescere il numero di persone che nel mondo soffrono la fame, nel 2017 erano 821 milioni. In Italia dal 2010 al 2017 l’uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura è diminuito del 20%, ma tra il 2016 e il 2017 è aumentato l’utilizzo di fertilizzanti.

Notizie

Accessibilità e disuguaglianza alimentare in Italia, tra scarsità ed eccessi

Mentre metà della popolazione italiana è in sovrappeso od obesa, un’altra parte della nostra società si trova in condizioni di insicurezza alimentare. Chiave il ruolo delle donazioni delle eccedenze. Le analisi di Cursa e Fbao. [VIDEO31/10/23

martedì 31 ottobre 2023
Tempo di lettura: min

L'insicurezza alimentare e la malnutrizione in Italia rappresentano problemi reali e in crescita che minano il benessere delle cittadine e dei cittadini: nel 2022, circa 3,4 milioni di persone in Italia hanno sofferto di insicurezza alimentare severa o moderata; al tempo stesso, nel nostro Paese circa la metà della popolazione adulta risulta essere in sovrappeso od obesa.

Così l’Osservatorio insicurezza e povertà alimentare, promosso dal Cursa - Consorzio universitario per la ricerca socioeconomica e per l’ambiente, fa il punto sul tema con un’analisi nazionale e un focus sulla città di Roma, attraverso il rapporto “L’evoluzione e lo stato della povertà alimentare a Roma nel contesto italiano” del 16 ottobre. Un documento che esamina le cause dell’insicurezza alimentare (come la disoccupazione, la bassa qualità dei posti di lavoro e l'accesso limitato alle risorse finanziarie) e le relative conseguenze sulla salute, l’educazione e lo sviluppo socioeconomico delle persone coinvolte.

Secondo il Rapporto, nonostante dal 2016 al 2022 il tasso di popolazione con prevalenza di insicurezza alimentare moderata o severa sia diminuito, dal 2019 al 2021 il tasso di popolazione con prevalenza di insicurezza alimentare severa è cresciuto a ritmi sostenuti. La denutrizione si mantiene comunque su un valore non preoccupante (sotto il 2,5%), ma la popolazione adulta in sovrappeso si attesta al 32,53%, con prevalenza nella componente maschile, e quella obesa al 19,9%, una percentuale aumentata drasticamente dagli anni ottanta a oggi a cui sono correlate gravi malattie come il diabete. Un problema che interessa anche i più giovani: l’Italia si colloca al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile, seconda per la sola obesità.


Accessibilità a una dieta sana. L'Osservatorio 2023 chiarisce che i problemi alimentari in Italia non sono legati alla scarsità delle risorse disponibili, ma all'accesso. Secondo i dati Eurostat del 2022, il 7,5% della popolazione italiana non può permettersi un pasto contenente carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni; il 15,5% non può permettersi un pasto appropriato.

La dieta attuale degli italiani risulta essere più costosa del 30% rispetto alla dieta raccomandata, con variazioni a seconda dell'area. In particolare, l'area Sud è quella in cui la differenza tra le due diete è maggiore. È evidente anche che entrambe le diete hanno subito un notevole aumento dei prezzi nel corso dei cinque anni tra il 2018 e il 2022, indipendentemente dal loro costo iniziale.

L’assistenza alimentare è una misura indicativa della povertà alimentare. Secondo i dati dell'Osservatorio, il numero delle persone che hanno ricevuto assistenza alimentare è stato in diminuzione fino al 2019 (3,48%), per poi crescere e arrivare al 5,04% nel 2021, evidenziando l'impatto socioeconomico della pandemia da Covid-19 sulla sicurezza alimentare delle famiglie italiane. Il documento segnala inoltre che, nel 2015, la percentuale di persone di origine straniera o minoranze ricevente assistenza alimentare era del 48%, mentre nel 2021 è scesa al 23,05%, dimostrando che l'aumento recente è principalmente composto da persone di nazionalità italiana.

Persone che hanno ricevuto assistenza alimentare sul totale della popolazione italiana (in %)

Il focus su Roma. L'insicurezza alimentare moderata o grave nella Capitale italiana è del 7% negli anni 2021-2022. Nel 2023, il 15% del campione considerato nella città di Roma era preoccupato di non avere abbastanza cibo a causa della mancanza di soldi o altre risorse. La spesa alimentare presso i discount è la più economica, mentre i prodotti biologici nei negozi specializzati costano circa il 176% in più. L'accessibilità economica a una dieta sana è compromessa soprattutto nell'est della città. Circa il 6,16% della popolazione romana richiede aiuti alimentari, con un aumento significativo dal 2019 al 2022 di circa il triplo. Circa la metà dei prodotti alimentari viene distribuita tramite pacchi alimentari.

Composizione delle modalità di intervento alimentare Fead nel 2022  

Il recupero delle eccedenze svolge un ruolo chiave nel contrasto all’insicurezza alimentare. La Fondazione Banco Alimentare onlus ha presentato The Reunion 2023, una indagine realizzata dal Food sustainability lab del Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà, sulle attività di donazione delle eccedenze intraprese dalle imprese dell’industria italiana della trasformazione.

FOCUS. L’Obiettivo “Fame zero” dell’Agenda 2030 non verrà raggiunto. Serve un cambio di passo

Pandemia e guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo sulla sicurezza alimentare. I disastri derivanti dalla crisi climatica aggravano la situazione. Le nuove tecnologie sono un’opportunità ma si discute sulla loro applicazione. [Da FUTURAnetwork.eu18/10/23

La ricerca esamina la diffusione della pratica delle donazioni alimentari per dimensione dell’impresa:

  • grandi imprese: la maggioranza delle grandi imprese (85%) dona le proprie eccedenze alimentari, per una media dello 0,3% della loro produzione annua. Le maggiori quantità di donazioni provengono dalle imprese del Nord Est;
  • medie imprese: circa il 60% delle medie imprese dona eccedenze alimentari, per una media dello 0,8% della loro produzione annua. La maggior quantità di donazioni si registra nel Nord Ovest;
  • piccole imprese: poco più della metà delle piccole imprese (52%) dona eccedenze alimentari, per una media dell'1,2% della loro produzione annua. La maggior quantità di donazioni si osserva nel Sud.

 

Donazione per settore alimentare. La ricerca evidenzia le differenze nella donazione all'interno del settore alimentare, focalizzandosi sulle categorie di prodotto e sulle macroregioni del Paese:

  • pasta e prodotti da forno: le imprese che producono pasta e prodotti da forno sono le più attive nella donazione, con il 100% delle grandi imprese, il 75% delle medie imprese e il 65% delle piccole imprese coinvolte;
  • ortofrutta: le imprese che trasformano frutta e verdura costituiscono la seconda categoria di donatori, con il 100% delle grandi imprese, il 70% delle medie imprese e il 42% delle piccole imprese coinvolte;
  • altre categorie: anche i trasformatori di carne, latte e prodotti caseari, altri prodotti alimentari e granaglie sono molto attivi nella donazione, sia tra le medie che tra le piccole imprese.

Onu: “Con politiche ad alto impatto dimezzare la povertà è possibile”

Nel mondo, negli ultimi 15 anni, almeno 25 Paesi sono riusciti a ridurre drasticamente il numero di persone povere residenti nei loro territori. Le analisi del Rapporto sull’indice di povertà multidimensionale.  30/8/23

In base al Rapporto, Banco Alimentare è la principale organizzazione scelta dalle imprese della trasformazione che donano a cui conferire le proprie eccedenze alimentari, seguono le Caritas diocesane e organizzazioni o associazioni locali. Il documento rileva anche che le pratiche di donazione e quelle di economia circolare sono spesso complementari: circa il 75% delle imprese che donano è anche attivo nel riuso delle eccedenze per il consumo, come la rilavorazione o la valorizzazione sui mercati secondari.

La proposta di revisione della Direttiva Quadro dei rifiuti da parte della Commissione europea prevede una riduzione del 10% dello spreco alimentare entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. Se si considera la stima della quantità di spreco alimentare pubblicata dalla Commissione europea nel 2022 per l'Italia e per il settore della trasformazione, pari a 510.018 tonnellate all'anno, la riduzione richiesta per l'industria italiana della trasformazione sarebbe di 51.002 tonnellate all'anno.
Questi dati sono utili per alcune riflessioni:

  • senza la valorizzazione delle eccedenze per il consumo umano, il livello dello spreco alimentare nel settore sarebbe fino al 63% più alto;
  • per raggiungere l'obiettivo di riduzione del 10%, le imprese dovrebbero aumentare ulteriormente la valorizzazione delle eccedenze per il consumo umano del 16%, un aumento del 7% nel numero di imprese coinvolte nella donazione e del 9% quelle che ricorrono ad altre forme di riuso.

Scarica il Rapporto dell’Osservatorio sull’insicurezza alimentare
Leggi i risultati dell’indagine su eccedenze e spreco alimentare

 

di Monica Sozzi

 

Copyright: addtodsaporn, da 123rf.com

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

Licenza Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale