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Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

Record di aiuti allo sviluppo dai Paesi Ocse, ma principalmente per l’Ucraina

Per il quinto anno sale la quota di Aps globale, anche se in Italia cala. La guerra in Europa traina l’aumento dei fondi internazionali, ma anche Gaza e Cisgiordania ricevono un forte sostegno umanitario: i dati preliminari Ocse-Dac.  23/4/24

martedì 23 aprile 2024
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Ammontano a quasi 224 miliardi di dollari i fondi che complessivamente, nel 2023, sono stati destinati all’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dai Paesi dell’Ocse: un massimo storico mai raggiunto prima d’ora (nel 2022 avevano toccato i 221 milioni). È quanto emerge dallo studio “Oda levels in 2023 – preliminary data” rilasciato ad aprile 2024 dall’Ocse-Dac, il dipartimento dell’Organizzazione per lo sviluppo economico e la cooperazione, che si occupa di analizzare i finanziamenti pubblici allo sviluppo. Secondo i dati raccolti, i donatori ufficiali hanno aumentato gli aiuti internazionali per fare fronte alla guerra in Ucraina e per indirizzare maggiore assistenza umanitaria ai Paesi in via di sviluppo.

 

L’aiuto dei Paesi Ocse allo Stato ucraino, dove la guerra di aggressione della Russia è entrata nel suo terzo anno, è aumentato infatti del 9% nel 2023, raggiungendo complessivamente 40,5 miliardi di dollari, di cui la metà è rappresentata dalle sole istituzioni dell’Unione europea. Questo volume rappresenta la più grande quantità di Aps destinata a un singolo Paese in un solo anno, mai registrata nella storia.

Sempre nel 2023, l’assistenza internazionale è cresciuta anche verso la Cisgiordania e Gaza, con stime preliminari che mostrano un aumento del 12% rispetto al 2022, raggiungendo 1,4 miliardi di dollari. Di questi, 758 milioni sono stati sotto forma di aiuti umanitari, il che equivale al 91% in più rispetto al 2022.

Indice di sviluppo umano: bisogna ripensare la cooperazione in un mondo diviso

L’Undp mostra come il benessere globale non si sia ancora ripreso dalla crisi pandemica e crescano le disuguaglianze tra Paesi. Necessaria un’“architettura dei beni pubblici mondiali” adattata al nostro secolo.  28/3/24

Tuttavia, nonostante a livello internazionale l’aumento dell’1,8% in termini reali sia stato l’ultimo di una serie di aumenti annuali dell’Aiuto pubblico allo sviluppo fornito dai Paesi Ocse e il quinto anno consecutivo in cui l’Aps ha stabilito un nuovo record, il totale è ancora in ritardo rispetto all’obiettivo di lungo termine delle Nazioni Unite, pari allo 0,70% rispetto al Reddito nazionale lordo (Rnl). Infatti, stando all’analisi condotta dal Dac, la media dei fondi destinati alla cooperazione si attesta intorno allo 0,37% per il secondo anno consecutivo.

Come si nota dal grafico, nel 2023, gli Stati Uniti hanno continuato a essere il maggiore donatore di Aps tra i Paesi Ocse-Dac con 66 miliardi di dollari, che rappresentano il 30% degli aiuti totali, seguiti da Germania, istituzioni europee, Giappone, Regno Unito e Francia. Ma nella classifica internazionale solo quattro Paesi - Norvegia (1,09%), Lussemburgo (0,99%), Svezia (0,91%), Germania (0,79%) e Danimarca (0,74%) - hanno raggiunto e superato il target dello 0,70% di Aps/Rnl fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo quadro, l’Italia figura al di sotto della media Ocse, facendo inoltre registrare nel 2023 una diminuzione dell’Aps del -15,5% a causa dei minori esborsi negli aiuti bilaterali.

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Fonte copertina: radekprocyk, da 123rf.com

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