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SCONFIGGERE LA POVERTA'

Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

Nel mondo, su otto miliardi di persone almeno un miliardo vive in povertà, e nel 2022 sono previsti 263milioni di nuovi poveri. Nel 2021 le famiglie italiane povere erano 1.960mila, mentre la povertà minorile assoluta ha colpito 1.382mila bambini.

Notizie

Ocse: la salute è in cima alle preoccupazioni dei cittadini

Le persone chiedono ai governi di spendere di più per la sanità post-Covid e temono per la stabilità economica in età avanzata. Insoddisfazione per i sistemi fiscali, visti come poco redistributivi.  [VIDEO11/10/23

mercoledì 11 ottobre 2023
Tempo di lettura: min

C’è l’assistenza sanitaria tra le prime preoccupazioni dei cittadini dei Paesi Ocse nei prossimi dieci anni. Il timore di non avere accesso a ospedali e cure adeguate è, infatti, al secondo posto tra i rischi percepiti, subito dopo la paura di impoverirsi.

È quanto emerge dall’indagine “Risks that matter survey”, condotta tra  ottobre e dicembre 2022 e pubblicata lo scorso 7 settembre, con cui l’Ocse ha interpellato 27mila persone in 27 Paesi aderenti. Il 71% degli intervistati teme di non ricevere “un’assistenza sanitaria di buona qualità”. Un dato che conferma la tendenza emersa nel sondaggio del 2020, quando proprio la salute e la stabilità economica erano le preoccupazioni più diffuse.

Non tutti percepiscono il rischio allo stesso modo: in Cile, per esempio, la salute preoccupa ben il 91% degli intervistati, in Svizzera il 51%. Per quanto riguarda l’Italia, il dato supera la media dei Paesi Ocse e si attesta oltre l’80%.


UN GOAL AL GIORNO GOAL 3 - SALUTE E BENESSERE PER TUTTI


La fiducia nei governi dopo la pandemia

In media meno della metà degli intervistati (45% del campione) è soddisfatto di come il governo del proprio Paese ha gestito la pandemia da Covid-19. Un dato da mettere a confronto con chi pensa che il governo abbia fatto troppo (33%) o troppo poco (14%). In Italia, circa il 45% del campione si dice convinto che l’esecutivo abbia fatto abbastanza contro la crisi sanitaria.

Per quanto riguarda la qualità e l’accesso ai servizi pubblici come istruzione, sicurezza pubblica e sanità, la soddisfazione tende a essere mediamente alta, in linea con i risultati del rapporto Risks that matter 2020. Mediamente bassa, invece, è quella per gli alloggi pubblici, i servizi legati alla disabilità e l’inabilità e l’assistenza agli anziani a lungo termine. Per esempio, tra le persone intervistate in Portogallo e in Irlanda, solo il 17% (il dato è uguale in entrambi i Paesi) ritiene di avere accesso a servizi di edilizia pubblica di buona qualità.

Aleggia però un certo scettiscismo per quanto riguarda la concreta possibilità di accedere a convenzioni e sussidi pubblici se richiesti: nella media del campione, circa il 45% crede che non li riceverebbe facilmente in caso di avessi bisogno”. Tra questi, il 77% dubita che le proprie richieste vengano recepite in modo semplice e rapido.

Inoltre, più della metà degli scettici (circa il 53% di questi) non crede che la propria richiesta di accesso ai benefici venga trattata equamente dall’ufficio pubblico. Si tratta di “discriminazione percepita”, ed è una limitazione “preoccupante”: gli aventi diritto ai benefici non fanno richiesta perché convinti che non verranno mai accettate. La percezione di ingiustizia negli iter di risarcimento pubblico è più alta in Turchia (78%) e in Messico (72%).

Le lezioni apprese dalla pandemia: spunti per una sanità nuova

di Carla Collicelli, senior expert ASviS per le Relazioni istituzionali, Cnr-Ethics, Consulta scientifica Cortile dei Gentili

Governance e finanziamenti per il rilancio del Ssn, ma anche proposte su settori specifici. E poi etica, comunicazione e partecipazione. Un volume di 38 esperti per riflettere su come rinnovare il sistema della salute in Italia.

5 luglio 2023

Come affrontare le sfide del futuro

Per il 73% degli intervistati aiutare le persone a sopportare l’aumento del costo della vita è la priorità che i governi devono risolvere nel prossimo futuro. Da tutelare anche i gruppi che più verranno colpiti dall’inflazione, ovvero gli anziani vulnerabili e le persone a basso reddito.

Secondo il Rapporto, i governi hanno due modalità per venire incontro ai bisogni delle famiglie più vulnerabili. Da una parte, garantire un sostegno economico che integri il reddito, per frenare la pressione inflazionistica. Dall’altra, aumentare i servizi esistenti al di là del semplice trasferimento di denaro, una pratica che risulta essere efficiente per ridurre il disagio sociale.

Infine, per quanto riguarda la percezione della giustizia redistributiva, circa il 43% degli intervistati ritiene di non ricevere una quota di benefici pubblici equa rispetto alle tasse e ai contributi che versa. In Italia la quota relativa agli insoddisfatti sfiora il 50%.

Questa tendenza spiega il forte desiderio in tutti i Paesi di un intervento governativo più redistributivo: il 60% del totale degli intervistati vorrebbe che i cittadini più ricchi pagassero più tasse per sostenere le fasce più povere.

Vai al Rapporto

 

di Milos Skakal

 

Fonte copertina: sergeychayko

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